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Mito e psiche

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Descrizione

Il volume si propone di trattare due temi strettamente connessi tra loro: la genesi di motivi e figure nell’arte moderna (con particolare riferimento alle avanguardie e alla loro teoria dell’arte) e la mitologia – o la mitologizzazione – del moderno. Il secondo tema consiste nella tendenza da un lato di interpretare l’epoca moderna e i suoi fenomeni artistici attraverso il mito e dall’altro di produrre una mitologia del moderno attraverso un’ibridazione con motivi provenienti dalla tradizione più recente.

Walter Benjamin si confronta con la “mitologia del moderno”. L’ambiguità della sua posizione, più volte evocata, consiste nel suo interesse per la mitologia che in parte utilizza come apparato simbolico e che nel contempo cerca di combattere. Egli conduce infatti una campagna concettuale e metodologica contro un’interpretazione “mitologica” del moderno; Benjamin compie, paradossalmente, un’azione politica proprio quando “discende” nei “sotterranei”, negli spazi del mitico, del “sacro” e del magico: le sue “incursioni” in questi “spazi intermedi” assumono la valenza di una battaglia politico-culturale contro coloro che vogliono interpretare i fenomeni del moderno come “inevitabili” e “inspiegabili”. Nel suo saggio sui Surrealisti e su Aragon, ma soprattutto nel suo Passagen-Werk, Benjamin nega radicalmente la possibilità di interpretare il moderno attraverso il mito. L’approccio antropologico a questo fenomeno è rappresentato anche da una corrente di pensiero scientificamente più fondata con cui Benjamin si è confrontato ripetutamente: Collège de France, Bachofen, Kerényi e, a modo suo, Aby Warburg. 

La stessa psicoanalisi (e la già citata antropologia) utilizzano un’iconografica mitologica. Quando Benjamin parla di “gioco”, fa riferimento al gioco verbale dei dadaisti, ma anche al gioco infantile.

La facoltà mimetica del gioco dei bambini, che esprimono l’inconscio, e spesso sono una “distorsione” di un dolore o di un trauma, vanno interpretati alla luce degli scritti di Freud. In Al di là del principio di piacere, infatti, Freud spiega i meccanismi di difesa della psiche – egli parla in realtà di “corteccia celebrale” – nei confronti degli stimoli esterni. In tal modo Benjamin tenta di costruire un sistema euristico in grado di comprendere la modalità in cui vengono percepiti i prodotti artistici del moderno. 

Autrice: Daniela Padularosa

A cura di: Luciana La Stella

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